martedì 31 luglio 2007

Class action contro Apple!

Qualche giorno fa vi invitavo a firmare una petizione a favore della class action in Italia ed un paio di settimane fa sottolineavo come lo scopo dei miei post sui difetti dell'Iphone fosse quello di dare anche l'informazione che Apple cercava di tenere per se.

Ebbene a quanto pare il cittadino americano Jose Trujillo ha citato in tribunale la Apple con una causa in forma di class action perchè, a suo dire, la società di Cupertino non ha informato i potenziali acquirenti dell'impossibilità di sostituire in autonomia la batteria del telefono e l'informazione è difficile da trovare sul loro sito. Come specificavo settimane fa in questo post:
[...] riguardo alla famosa batteria che non è possibile sostituire in autonomia, finalmente Apple ha dato qualche informazione in più. Ebbene il primo anno è in garanzia, nel senso che la sostituizione eventuale non ha alcun costo (ovviamente come saprete è necessario spedire alla Apple il telefono) ma superato l'anno il costo è di $79 più $6,95 per la spedizione. Mi raccomando attenzione ai vostri dati perchè durante la sostituzione della batteria questi verrano cancellati. In compenso mentre attendete (spedizione, sostituzione, restituzione) potrete noleggiare a $29 un Iphone in sostituzione.
Sulla rete è possibile trovare copia dei documenti presentati al tribunale.

lunedì 30 luglio 2007

Meravigliosa Fiorella

Un paio di scarpe da ginnastica bianche, jeans, top nero e rossi capelli.
150 minuti di fascino musicale: pietre miliari della canzone italiana e nuove melodie intrecciate con ritmi brasiliani.
Omaggi a Guccini, Fossati, Endrigo.
Agilità e ritmo su un palco ben illimunato.
Dopo un paio di bis si conclude tutti in piedi con un lungo applauso.


Post sintetico dopo la data palermitana dell'Onda tropicale tour estivo che ha registrato ovunque il tutto esaurito. Consiglio di approfittare di questa Estate per cercare di assistere ad uno dei concerti di Fiorella Mannoia che non potrà che lasciarvi entusiasti; 40 anni di musica messi a vostra disposizione da una donna che sul palco ne dimostra la metà.

Chi ha la possibilità di andare a Crotone non si lasci scappare il concerto in duetto con Gilberto Gil il 31 Luglio 2007.

Grazie Fiorella Mannoia.

venerdì 27 luglio 2007

Come funziona?


Un brevissimo post solo per portare a conoscenza tutti i curiosi come me di un interessante sito che da anni mi capita di visitare ripetutamente: How stuff works.

Nel corso degli anni è stato più volte premiato per la sua utilità; il sito ha l'obiettivo di spiegare il funzionamento di qualunque cosa, in inglese.

Solo per fare qualche esempio nel campo scientifico, avrete la possibilità di trovare spiegazioni sui fulmini sulle recenti scoperte sul teletrasporto sui nostri sogni, sulla bomba nucleare, atomi, buchi neri, fantasmi. Ma anche narcolessia, antibiotici, indice di massa corporea, medicina nucleare, carboidrati, gravidanza, cervello e tanto tanto altro.

giovedì 26 luglio 2007

Estate tempo di diete... ma attenti ai vostri amici!

Nel periodo estivo si assiste spesso alla proliferazione di numerose stupidissime notizie che affollano vuoti telegiornali e più o meno note riviste; in quest'ottica cercherò anche io di essere all'altezza della situazione.


I mass media ci bombardano di immagini di fotomodelle e muscolosi ragazzi, il caldo ci invita a togliere i vestiti e stare al mare ma la nostra pigrizia ed il lavoro sedentario ci hanno magari portato a mettere qualche chilo in più.

Così tra body builder e miss universo ci sentiamo come in obbligo di rimediare velocemente e tentare di tornare in forma. Iniziano in questo modo le diete del Lunedì, i sacrifici resi vani dai fine settimana con grigliate di pesce e dolci, il tentativo di stare lontani da invitanti gelati, etc... Ma non basta perchè anche i vostri amici possono rendere il vostro obiettivo ancora più arduo da raggiungere.

Un articolo pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine riporta la tesi di alcuni ricercatori che ritengono la compagnia di persone obese un elemento a sfavore di chi vuol perdere peso. Lo studio si è protratto per circa 30 anni, dal 1971 al 2003, ed ha preso in considerazione un gruppo di circa 12.000 persone con stretti rapporti sociali. Le conclusioni dei ricercatori sono state le seguenti:

Network phenomena appear to be relevant to the biologic and behavioral trait of obesity, and obesity appears to spread through social ties. These findings have implications for clinical and public health interventions.
Ovvero, avere rapporti sociali con persone obese tende ad aumentare la percentuale di probabilità di acquisire peso. Fortunatamente i ricercatori hanno il buon senso di affermare anche il caso inverso, ovvero l'aumento di probabilità di perdere peso se si frequenta gente particolarmente magra.

Credo che questa notizia degna del tgcom possa terminare qui; vi auguro di godere di tanto buon cibo!

martedì 24 luglio 2007

Sicurezza informatica questa sconosciuta...

Gli appassionati di sicurezza informatica trovarenno interessante l'articolo pubblicato da Davide Denicolo su exploit.

E' ormai arcinoto che la maggior parte delle società di sviluppo su web non dedicano abbastanza attenzione alla sicurezza del proprio codice; è infatti abbastanza comune riscontrare vulnerabilità di tipo cross-site-scripting (XSS).

Per XSS si intende la capacità da parte di un utente di modificare il codice sorgente di una pagina che sta visitando in modo da tentare di recuperare dati sensibili relativi ad altri utenti.

Negli ultimi mesi sono state rese note vulnerabilità di questo genere per alcuni tra i portali più noti in Italia. Dal sito della community di Libero al worm per la lettura delle mail su Libero, Tiscali, Lycos e Excite ed oggi Trenitalia.

venerdì 20 luglio 2007

Wimax: Intervista al presidente di Assoprovider

Dopo tanta attesa l'Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha finalmente provveduto a pubblicare la delibera n.209/07/CONS con la quale indica le "Procedure per l’assegnazione di diritti d’uso di frequenze per sistemi Broadband Wireless Access (BWA) nella banda a 3.5 GHz"; ovvero un tentativo di regolamentare le licenze relative ad una parte delle frequenze utilizzate dal WiMax.

La delibera ha suscitato polemiche sulla rete che ha reagito con messaggi sui forum e sui gruppi di discussione pubblica, tantissimi commenti sui blog più letti ed innumerevoli post. E' stata creata una petizione dai sostenitori del WiMax libero che ad oggi conta più di 110.000 firmatari.

Nel tentativo di fare un pò di chiarezza ho intervistato il Dott.Matteo Fici, presidente di Assoprovider, Associazione provider indipendenti.

Marco Leone: Può parlarci brevemente dell'associazione Assoprovider?

Matteo Fici: Sono il presidente dell'associazione dei piccoli Internet Service Provider Italiani, Assoprovider, praticamente da quando essa è stata costituita, nel 2000. Nella mia asociazione rappresentiamo ben 200 aziende italiane, distribuite sull'intero territorio nazionale; la maggior parte delle mie aziende opera in un ambito provinciale, e quindi è fortemente coinvolta nelle problematiche locali, come è quella del superamento del digital divide sulla larga banda.
Siamo stati noi, fra l'altro a fare sbloccare la possibilità di usare le bande unlicensed del wifi per dare connessioni in larga banda, in poche parole' l'adsl wireless ' ; per anni non la si voleva sbloccare perchè c'erano gli operatori umts che temevano di non potere recuperare i soldi buttati nell'acquisto delle costosissime licenze; la storia si ripete...

ML: Quali sono le sue considerazioni e quale è l'opinione dei suoi associati relativamente alla delibera 209/07/CONS?

MF: Assoprovider esprime le sue perplessità sulle modalità di assegnazione delle licenze WiMax: qualora le nostre previsioni trovassero conferma, assisteremo all'ennesima occasione persa a favore degli oligopoli e contro gli interessi degli utenti e del mercato. Le misure asimmetriche introdotte sembra saranno irrilevanti e parziali, il criterio di assegnazione ad aste pare sarà rilanci multipli simultanei, il che andrà a favorire ulteriormente gli operatori con un forte potere economico ed escluderà nei fatti i piccoli e medi operatori più interessati agli investimenti nelle aree soggette a digital divide.

Inoltre non sarà posta alcuna condizione limitativa al numero massimo di regioni che ciascun operatore può vedersi assegnato, creando di fatto delle licenze nazionali. Sembrerebbe replicarsi l'esperienza delle licenze WLL, licenze che nei proclami ufficiali dovevano essere utilizzate per colmare le lacune della rete tradizionale, ma poi, all'atto pratico, sono andate in mano ai soliti noti, non portando nessuno sviluppo per il paese: oggi però a differenza di allora, non vi è più traccia nemmeno delle misure asimmetriche, come se le problematiche degli oligopoli sul nostro mercato si siano improvvisamente risolte.

Visti i costi degli apparati e i presumibili costi delle licenze sarà impossibile, almeno nei prossimi due anni, che il wimax venga realmente utilizzato per combattere il digital divide, se non a costi pari a quelli delle tecnologie UMTS. Vorremmo ricordare che le connessioni necessarie alla riduzione del digital divide devono poter essere always on e non a consumo, generando quindi introiti molto più bassi. Si consideri inoltre che le zone soggette a digital divide in molti casi non sono raggiunte nemmeno da dorsali a larga banda, pertanto non è sufficiente installare una cella WiMax, ma è necessario realizzare dorsali, con ulteriore incremento dei costi.

A nostro parere quindi il WiMax a tutto servirà tranne che alla lotta al digital divide, che continuerà ad essere combattuta con le più umili armi del Wi-Fi.

Se davvero l'obiettivo principale del Wimax vuole essere la lotta al digital divide sarebbe stato necessario prendere alcune precauzioni a garanzia della libera concorrenza, non escludendo i piccoli che sono al momento gli unici imprenditori attivi nella lotta.

Assoprovider ha individuato la ricetta per favorire lo sviluppo e l'innovazione su WiMax in una soluzione simile a quella che pare ormai essere anche per Agcom l'unica possibile per il rilancio della concorrenza nel mercato italiano del cavo: l'assegnazione delle licenze ad un unico operatore, possibilmente super partes e che però dia in anticipo ampie garanzie di imparzialità (diciamo una soluzione Infratel-like) che gestisca in modo razionale la pianificazione delle infrastrutture, evitando così inutili duplicazioni, e a cui sia consentita esclusivamente la rivendita all'ingrosso.

Auspichiamo inoltre che vengano al più presto avviate sperimentazioni anche su frequenze unlicensed, probabilmente le più adatte per un reale sviluppo della banda larga a prezzi di mercato anche nelle zone soggette a digital divide.

Suggeriamo di non persistere nell'errore di sminuire i risultati ottenuti col Wi-Fi: le strutture per il Wi-Fi sono già esistenti sul territorio con ottimi risultati e dimenticarsi di questa tecnologia sotto l'influenza della mania del WiMax sarebbe un vero spreco di risorse. A tal proposito ci mettiamo a disposizione per elaborare strategie utili allo sviluppo in un'ottica di libera concorrenza. Ricordiamo infatti che le zone oggi coperte lo sono state grazie ai piccoli provider con le loro sole risorse.

Ci aspettiamo anche che si possa prevedere una equa ripartizione di fondi per permettere alle utenze finali di accedere al servizio. In passato i contributi di attivazione per la banda larga sono stati erogati solo a qualche operatore e non agli utenti digitalmente divisi, ma come incentivo a chi era già in zona coperta da ADSL. Suggeriamo di apportare delle correzioni in questo senso.

ML: Come si pone di fronte alla petizione che richiede la liberalizzazione di almeno un terzo delle frequenze disponibili per assegnarle ai singoli cittadini o ad associazioni no-profit a titolo gratuito?


MF: Personalmente, visto che prevedo che l'attuale modello di WiMax proposto da Agcom non funzionerà, sono anche eventualmente favorevole a questa richiesta. Noi con il Wi-Fi abbiamo dimostrato che su bande unlicensed si può fare molto e bene.

Non sono d'accordo sulla parte che autorizzerebbe anche i liberi cittadini e le loro associazioni no-profit a diventare operatori su queste bande unlicensed, però Grillo
(ndr: Beppe Grillo: WiMax e il diritto alla conoscenza) e co non hanno torto; se quello che abbiamo fatto sul Wi-Fi viene volutamente tenuto nascosto all'opinione pubblica, l'idea che si fa il cittadino è che tutti gli operatori sono uguali, grossi e piccoli, e che quindi il cittadino si deve fare giustizia da sé sull'etere. :-)

ML: Quali sono le motivazioni che spingono alcuni internet provider a non condividere la liberalizzazione di una parte delle frequenze?

MF: L'obiezione di alcuni ISP , anche in Assoprovider, è che uno spazio non licenziato equivale ad un mercato senza regole. In poche parole, se vendo un link ad un cliente ed il giorno dopo un altro mi accende un apparato sulla stessa frequenza buttando giù il link io con chi me la prendo?Altra obiezione: serve avere delle frequenze licenziate a costi contenuti; avere delle
frequenze NON licenziate interessa poco.

ML: Un ultimo commento a questa affermazione di Stefano Quintarelli: "in Italia le frequenze oggetto di concessione saranno nel range alto delle frequenze che vengono fermate anche da piccioni viaggiatori, che non consentono il NLOS, che non sono utilizzabili praticamente in ambito metropolitano e quindi non tanto diverso dalle tecnologie hyperlan per cui mi immagino uno sviluppo analogo e non capisco perche' un operatore dovrebbe pagare soldi per avere bande protette quando si può andare in punto-punto con visibilità ottica su bande non protette".

MF: Se guardiamo quanto ho scritto sopra, direi che sono d'accordo con l'analisi di Stefano. Ma poichè alla protesta deve seguire la proposta, io propongo anche qualcosa per risolvere questa empasse dettata dalla solita Agcom all'italiana.

ML: Grazie.

Invito chiunque ad esprimere la propria opinione a riguardo e metto a disposizione il blog per eventuali repliche a questa intervista.

giovedì 19 luglio 2007

Viaggi last minute

Nella lista dei miei contatti su MSN Messenger trovo spesso connesso un amico che ha aggiunto questa frase subito dopo il suo nome :"Il mondo è come un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina".

Condivido pienamente questa affermazione che, grazie a wikiquote, ho scoperto essere una citazione di Sant'Agostino; fa un certo effetto sapere che risale all'incirca a 1.600 anni fa!

To make a long story short (per farla breve): mi piace viaggiare e soprattutto mi è sempre piaciuto organizzare da solo i miei viaggi cercando di evitare a tutti i costi tour operator e pacchetti preconfezionati. Fortunatamente anche Daniela (smack!) la pensa allo stesso modo ed un altro aspetto che condividiamo e riteniamo parte integrante (ove possibile) del viaggiare è il contatto con chi vive nei luoghi che si visitano. In particolare modo se la destinazione non è puramente 'occidentale' adoriamo frequentare i mercati locali, pranzare in luoghi non turistici e cercare di instaurare un rapporto (se pur minimo) con la gente del posto.

Ma nel corso degli anni il tempo che riusciamo a dedicare alla pianificazione dei viaggi è sempre di meno e così l'anno scorso, dopo averne sentito parlare per tanti anni, ci siamo decisi a prendere in considerazione i viaggi organizzati da "Viaggi avventure nel mondo".

Riporto testualmente dal loro decalogo pubblicato sul sito web:
I partecipanti prendono atto che la Formula dei nostri viaggi si discosta radicalmente dai tradizionali viaggi organizzati per due aspetti unici ed originali[...]: l'autogestione e la mancanza di prenotazioni di alcuni servizi (come alberghi, mezzi di trasporto, etc..) necessari alla realizzazione del viaggio.
Come inizio non c'è male; praticamente vengono organizzate delle partenze in gruppo personalizzate. In questo modo si evita ad esempio di dovere dedicare il proprio tempo alla ricerca del volo low cost più economico o del modo più efficace/economico/semplice e/o comodo per effettuare i successivi spostamenti. Ma continuiamo a leggere:
Questo ci consente un enorme vantaggio: la flessibilità. Di conseguenza l'itinerario va considerato di massima e suscettibile di modifiche in corso di viaggio. L'autogestione comporta il coinvolgimento di ogni partecipante nell'organizzazione di quei servizi non prenotati.
Anche questo sposa la necessità di evitare le rigide programmazioni dei viaggi organizzati. E dulcis in fundo:
Questa filosofia ci consente di evitare i canali del grande turismo organizzato e di inserirci nella realtà dei paesi che andiamo a visitare. [...]
Esattamente il tipo di viaggio che andiamo cercando.

Così, riallacciandomi a quanto dicevo prima, lo scorso anno abbiamo deciso di fare questa esperienza e ci siamo recati con un gruppo di persone in Turchia.

Il viaggio è stato stupendo ed abbiamo trovato proprio quello che andavamo cercando; inoltre abbiamo avuto conferma delle flessibilità a cui si fa riferimento nel decalogo. Dopo qualche giorno di permanenza ad Istanbul, abbiamo deciso insieme ad un piccolo gruppo di persone, di modificare il possibile programma ed andare a passare un paio di giorni in una splendida piccola e sconosciuta isola del mar di Marmara dove non abbiamo incontrato un solo Italiano (e chi viaggia sa quanto sia difficile e arduo non incontrare connazionali).

Naturalmente come per qualunque gruppo di persone è necessaria una buona dose di diplomazia per cercare di ragionare tutti insieme. Anche se è sempre difficile bilanciare personalità diverse in un gruppo, l'obiettivo comune e la voglia di divertirsi riescono a farla da padrona abbastanza facilmente.

Se a tutto questo si aggiunge che è abbastanza facile inserirsi in gruppi in partenza fino ad una settimana prima della data prefissata, credo che valga la pena fare un giro tra le innumerevoli proposte che troverete sul sito.

Per la cronaca quest'anno stiamo valutando il Marocco...

mercoledì 18 luglio 2007

Grande fratello Microsoft

Microsoft, in pieno stile Orwelliano, ha approfittato di questi giorni estivi per presentare la richiesta di due nuovi brevetti al patent office americano.

In particolare la richiesta n.20070157227 ha suscitato grande stupore perchè volta a brevettare quello che in poche parole è possibile definire come un "advertising framework":

A computer-readable medium having computer executable instructions for
implementing a method of targeting and delivering advertising on an electronic
device, the method comprising: registering a context monitor at an advertising
framework[...]
[...]wherein the another source is at least one of user document files,
user email, user music files, podcast files, computer status messages, and a profile database storing existing tag data.

L'intento è quello di installare un'interfaccia software che possa effettuare una profilazione dell'utente in base ai files contenuti nel computer (mail, canzoni, documenti, etc..) e successivamente inviare messaggi pubblicitari ad-hoc.

Naturalmente non è difficile immaginare l'utilizzo di questo framework su tutti i prossimi sistemi operativi Microsoft Windows ed è inutile sottolineare come questo è il peggiore dei sogni possibili per chiunque abbia un minimo di interesse per la propria privacy.

Seguiremo gli sviluppi di questa richiesta di Microsoft che dopo anni di monopolio indiscusso in ambito software sembra sia disposta a tutto pur di colmare il gap che la separa da Google e Yahoo per la gestione dell'enorme mercato della pubblcità online legata alle ricerche.

martedì 17 luglio 2007

Class action.. firma!

E' molto raro che mi decida ad inoltrare mail ricevute da amici: catene di Sant'Antonio, giochi, Powerpoint carini, truffe travestite da premi o concorsi, petizioni, richieste di aiuto, etc... In genere contribuiscono solo all'incremento dello spam ed allo spreco delle risorse della rete (che contrariamente a quanto generalmente si pensi, non è gratuita) e quindi non appena ricevute le sposto direttamente nel cestino.

A questo proposito consiglio a chi riceve mail di questo genere di verificarne la veridicità ad esempio utilizzando il servizio antibufala di Paolo Attivissimo che da anni svolge egregiamente il suo compito.

In questo caso invece ho voglia di dedicare un post a questa interessante iniziativa di cui sono venuto a conoscenza: Petizione popolare a sostegno della class action.




E' noto che nel nostro paese i piccoli consumatori hanno sempre enormi difficoltà nel tentare di farsi valere contro i grandi fornitori di beni e servizi; generalmente è più semplice e meno dispendioso rinunciare al recupero di piccole cifre ingiustamente sottratte o accettare soprusi senza sbattere i pugni. Un'azione legale collettiva è la soluzione, riporto da Wikipedia:

Un'azione collettiva, comunemente chiamata anche class action dal nome originale inglese, è un'azione legale condotta da uno o più soggetti che richiedono il risarcimento del danno non solo a loro nome, ma per tutte la classe, ovvero per tutti coloro che hanno subito il medesimo illecito.

L'azione collettiva è il modo migliore con cui i semplici cittadini possano essere tutelati e risarciti dai torti delle grandi aziende e delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrá essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell'identica situazione dell'attore.

Vi invito a firmare la petizione ed a cercare di promuoverla secondo le vostre possibilità (blog, mail, etc..) con la speranza di riuscire a far firmare una quantità di cittadini sufficiente ad interessare l'opinione pubblica e successivamente il parlamento italiano.

lunedì 16 luglio 2007

Africa... ancora numeri

A seguito del post "Africa 2007 e numeri" che ho scritto qualche giorno fa ho continuato a documentarmi per cercare di costruirmi un'idea ancora più chiara sulla effettiva situazione in Africa; non vivendo a stretto contatto con le problematiche presenti ho cercato aiuto ancora nei numeri.

E così per la seconda volta mi sono imbattuto in una presentazione proposta da
TED.com (consiglio di aggiungere ai vostri bookmarks il loro blog) questa volta dal titolo: "Tutto quello che sappiamo sull'AIDS in Africa è sbagliato"; la relatrice è l'economista Emily Oster.

Vi invito a guardare la presentazione (in inglese) che è un tentativo di ottenere dei dati significativi e con questi cercare di affrontare il problema AIDS in Africa. La conclusione della ricercatrice è una grande discrepanza tra i dati, considerati ufficiali, delle Nazioni Unite e quelli che ottenuti dopo una serie di sue considerazioni. Un esempio tra i tanti quello dei casi di AIDS in Zambia: l'ONU dichiara che circa il 20% della popolazione ne è colpita, la ricercatrice ottiene un dato che è intorno al 5%.

Anche in questo caso sottolineo come non c'è alcuna voglia di sottostimare le problematiche presenti ma semplicemente la voglia di chiarire il più possibile il quadro sul quale si intende operare in modo da fissare gli obiettivi da raggiungere ed il come perseguirli nel modo più efficace.

mercoledì 11 luglio 2007

Intercettazioni telefoniche, segreti di stato e hacker

(7 Settembre 2007: Autorità Greca per la sicurezza e la privacy nelle comunicazioni multa Ericsson)

Politici, star del gossip, imprenditori, dirigenti sportivi.. tutti intercettati. La stampa italiana ha dato ampio spazio agli scandali legati alle intercettazioni a tappeto, più o meno lecite, che si sono svolte negli ultimi anni. Da calciopoli e la Gea World di Alessandro Moggi al provvedimento che il parlamento sta per votare, dalle intercettazioni del Sismi dei
giudici stranieri a quelle ai danni di giornalisti di Repubblica.

Non mi dilungherò quindi in considerazioni che tanto spazio hanno trovato e trovano sulle testate giornalistiche ma più semplicemente voglio portarvi a conoscenza di un lungo ma interessante articolo (in Inglese) dal titolo: The Athens Affair, apparso oggi su IEEE Spectrum, rivista pubblicata da Institute of Electrical and Electronics Engineers. Il titolo dell'articolo potrebbe confondere ed essere (e magari presto lo sarà) scambiato per il titolo di un lungometraggio americano ma il suo contenuto non è nè fantascienza nè fiction.

La notizia non è particolarmente recente ma per la prima volta sono stati portati alla luce una serie di elementi tecnici fino ad oggi sconosciuti; consiglio di leggere l'articolo piuttosto che il breve riassunto che segue utile più che altro a chi l'Inglese non lo mastica.

Il sottotitolo dell'articolo è: "How some extremely smart hackers pulled off the most audacious cell-network break-in ever" che in Italiano si traduce più o meno: "Come degli hackers particolarmente in gamba hanno organizzato il più audace attacco della storia ad una rete mobile".

Tutto ebbe inizio il 9 Marzo del 2005 quando venne ritrovato nel suo appartamento il corpo di un ingegnere greco di 38 anni, apparentemente si trattava di un suicidio. Era invece l'inizio di uno scandalo che nei mesi successivi ha attanagliato la Grecia a partire dal suo primo ministro che il giorno dopo ricevette la notizia che il suo cellulare, come quello di un altro centinaio di importanti personalità (ministro degli esteri, ambasciatori, parlamentari europei, etc..), era stato messo sotto controllo.

Gli hacker ebbero la possibilità di agire indisturbati per mesi, registrando telefonate ed acquisendo informazioni su vari segreti di stato. Nel passato l'unico altro episodio paragonabile è quello di un
programmatore tedesco che nel 1986 rivendeva segreti di stato Americani ai Russi.

In questo caso gli hacker effettuarono delle modifiche alla parte di software installata in un particolare switch delle stazioni base della rete mobile di Vodafone. Le modifice erano volte a redirezionare le chiamate verso un apparecchio con cui le potevano ascoltare o, all'esigenza, registrare.

Lo switch in oggetto è un Ericsson AXE che, opzionalmente può essere dotato del modulo aggiuntivo IMS (Interception management system) per le intercettazioni. La Vodafone Grecia non si era però fornita di questo modulo ma durante un aggiornamento del software dello switch la Ericsson installò la versione 9.1 che includeva anche il software di gestione dell'IMS, così gli hacker modificarono, senza dare nell'occhio, il software presente sullo switch in modo da nascondere in una particolare area di memoria le numerazioni telefoniche che intercettavano. Inoltre installarono un rootkit appositamente realizzato, ovvero un insieme di software che permetteva di nascondere le tracce di tali intercettazioni.

Le intercettazioni inziarono durante le Olimpiadi di Atene del 2004 (Agosto) e terminarono il 24 Gennaio del 2005 quando, in maniera del tutto casuale, fu scoperto l'operato degli hacker. Vodafone Grecia richiese l'intervento dei tecnici della Ericsson a causa di un malfuzionalmento nell'invio di SMS e durante tale intervento i tecnici si accorsero della presenza del software illecito che oltre a redirezionare le telefonate verso altri apparecchi si occupava anche dell'invio per SMS dei dati necessari alla geolocalizzazione dei cellulari sotto controllo. Il software fu eliminato dagli switch l'8 Marzo del 2005, l'indomani fu ritrovato il corpo dell'ingegnere greco. Ancora oggi non si conoscono i responsabili delle intercettazioni anche perchè Vodafone, multata per l'accaduto di 76 milioni di euro, si è rifiutata di fornire alcuni log che potrebbero aiutare l'indagine.

lunedì 9 luglio 2007

Africa 2007 e numeri..

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un incremento esponenziale di vip che si dedicano al tentativo di salvare l'umanità. Nella classifica delle opere umanitarie più sposate da ricchi imprenditori, filantropi e rock star internazionali l'Africa continua a farla da padrona e la situazione continua ad essere disastrosa, o almeno così credo.

Dopo avere criticato il modo in cui Live Earth ha tentato di sensibilizzare il mondo alle problematiche climatiche che ci aspettano nei prossimi anni mi è capitato di leggere un articolo con questo titolo: "Africans to Bono: for god's sake please stop!" - "Africani a Bono: Per amor di dio per favore smettila!" (Bono leader del gruppo musicale U2 è da anni promotore di campagne pro Africa tra le quali l'azzeramento del debito africano è la più nota) e mi sono chiesto cosa stia effettivamente succedendo in Africa.

Naturalmente è facile trovare un'infinità di informazioni in rete, leggere qualche articolo sulla carta stampata o vedere un servizio televisivo ed è difficile (e sicuramente compito più di un bravo giornalista che mio) sintetizzare lo stato dell'arte della situazione evidenziando elementi certi. Ma sui numeri sembra che si sia abbastanza d'accordo e questi numeri certe volte possono aiutare a contestualizzare situazioni che esaminate singolarmente possono confondere.

Il Los Angeles Times di qualche giorno fa (6 Luglio 2007) riporta un articolo così intitolato: "What Bono doesn't say about Africa" - Che cosa non dice Bono sull'Africa. L'autore è un professore di economia dell'Università di New York che, cercando di non sminuire le problematiche gravi e presenti (e per le quali ancora tanto si può fare), cerca di portarci a conoscenza dei grandi passi avanti fatti nel continente Africano negli ultimi decenni. Si chiede inoltre (retoricamente) se sminuire i successi africani e trasferire un'immagine peggiore di quella reale non sia più utile alla raccolta di fondi che finanziano le associazioni no profit che al tentativo di risolvere le piaghe africane. Gli obiettivi posti dalle Nazioni Unite, e non raggiunti, vengono usati per dar forza ai sostenitori dei continui fallimenti africani ma spesso questi sono dimensionati erroneamente perchè incuranti
della situazione di partenza ed impogono per il loro raggiungimento crescite improponibili anche per stati "occidentali".
I numeri possono essere d'aiuto a costruirsi un'idea anche del resto dell'Africa che cresce: 1 morto per guerra ogni 10.800 africani nelle ultime quattro decadi, meno dello 0.5% della popolazione muore per fame, meno dello 0.5% deli bambini maschi tra i 10 ed i 17 anni è usato in guerra, meno dello 0.5% della popolazione muore per AIDS, per il terzo anno consecutivo la crescita del prodotto interno lordo africano (sub-sahariano) è stato intorno al 6% (molto al di sopra delle medie dei paesi occidentali o dei paesi in via di sviluppo), gli investimenti di capitali stranieri in Africa sono maggiori degli aiuti, etc...

Ottimo è il lavoro svolto dallo svedese Hans Rosling dal quale si può prendere spunto per cercare di contestualizzare i risultati ottenuti dall'Africa e cercare di delinearne i veri bisogni (invece di ascoltare in tv o leggere su Vanity Fair gli stereotipi africani ormai a tutti noti). Rosling ha sviluppato un innovativo software di analisi statistica (che è stato ritenuto talmente valido da essere acquistato da Google) che permette di effettuare analisi che fino ad oggi non era stato così facile effettuare. In questo modo Rosling riesce a dare nuovi punti di vista come ad esempio si evince da questa presentazione (in Inglese) che ha tenuto qualche mese fa e che consiglio vivamente di vedere (dura poco meno di dieci minuti ed ha un interessante atipico finale).

Sono sicuramente tanti i tentativi genuini di migliorare il nostro mondo ma spesso i mass media danno un ingiustificato risalto a palesi inizi anticipati di campagna elettorale o permettono a gruppi musicali eccesiva pubblicità gratuita. Tutto ciò sicuramente contribuisce ad incrementare la raccolta di fondi ma, allo stesso tempo, confonde chi questi fondi li raccoglie su quelli che dovrebbero essere i veri obiettivi delle loro campagne.

Mi rendo conto di avere generalizzato parecchio ma spero di avere anche dato degli spunti di riflessione e la voglia di approfondire un argomento così delicato e spesso affrontato in maniera troppo superficiale. Sottolineo nuovamente che non ho assolutamente intenzione di sminuire i gravissimi problemi che continuano a gravare sul continente Africano. In Inglese sulla rete si trova tantissimo, ecco alcuni consigli:

venerdì 6 luglio 2007

Iphone - 7 giorni dopo

Finalmente i numerosissimi fans della mela hanno potuto acquistare il loro nuovo gioiello anche a costo, in alcuni casi, di lunghe file che hanno richiesto addirittura il pernottamento per strada per alcuni giorni. Ma tutto contribuisce a fomentare l'hype di cui Apple quotidianamente si ciba grazie ai tanti apple-addicted che sono ben disposti a spendere i loro risparmi per possedere qualunque prodotto della società di Cupertino e soprattutto a qualunque prezzo.

Si proprio a qualunque prezzo: d
a una ricerca della Isupply si scopre che il margine (rispetto al costo del prodotto finito) per Apple sulla versione da 8GB ($599) è di circa il 55% ($335!) superando di qualche punto percentuale quello medio sugli ipod (40-50% a seconda delle versioni). Non basta perchè Apple riceve revenues anche dal contratto stipulato con AT&T, e sono molto alte. Apprendo infatti da The Guardian che Vodafone si è rifiutata di firmare il contratto di esclusiva come gestore telefonico proprio per questo motivo.
Ma torniamo ad Iphone, è risaputo che il telefono è legato ad un contratto biennale con AT&T e che l'attivazione del contratto è conditio sine qua non per l'utilizzo (DVD Jon sembra abbia trovato un metodo alternativo); ed è anche normale che ci siano stati casi in cui questa attivazione non sia stata proprio di facile realizzazione. Forse però non ci si aspettava che anche versando la fee di $175 non si riuscisse a rescindere dal contratto. Inoltre la connessione EDGE per i dati, qualche crash software.. beh questo articolo su Pcworld può essere un'utile lettura. Probabilmente sarà ancora più utile leggere questa lunga, molto lunga, recensione in italiano che sta facendo velocemente il giro della rete.

Per quanto riguarda i difetti che avevo elencanto in un precedente post aggiungerei sicuramente l'impossibilità ad effettuare il cut&paste - copia e incolla (lo so sembra incredibile ma a quanto pare è così!) e credo che almeno questo non richieda un esplicito commento. Inoltre riguardo alla famosa batteria che non è possibile sostituire in autonomia, finalmente Apple ha dato qualche informazione in più. Ebbene il primo anno è in garanzia, nel senso che la sostituizione eventuale non ha alcun costo (ovviamente come saprete è necessario spedire alla Apple il telefono) ma superato l'anno il costo è di $79 più $6,95 per la spedizione. Mi raccomando attenzione ai vostri dati perchè durante la sostituzione della batteria questi verrano cancellati. In compenso mentre attendete (spedizione, sostituzione, restituzione) potrete noleggiare a $29 un Iphone in sostituzione.

Che altro dire in rete trovate abbastanza facilmente recensioni di chi lo ha utilizzato e generalmente, come sempre accade con Apple, sono discordanti. Quello che si evince, senza ombra di dubbio, è che Apple sa fare il suo mestiere e non è più produrre tecnologia ma venderla bene in un mondo dove reality show e gossip vanno per la maggiore. Io di Iphone non parlerò più del resto sono la persona meno adatta, dopo un breve periodo con un Treo 650 sono stato felice di tornare al mio vecchio caro Nokia 6310i (forse mi deciderò ad acquistare qualcosa di più innovativo come
questo Nokia o forse più che altro mi è piaciuto il modo in cui il giornalista ha scritto la notizia).

Se volete invece restare informati sull'Iphone potrete certamente trovare molte informazioni su questo
blog che ultimamente gli dedica l'80% dei post. Tra i quali vi consiglio di leggere questo se volete un riassunto delle informazioni disponibili al momento sull'arrivo dell'Iphone in Europa. A proposito, naturalmente in Apple si sono resi conto che il no-3G non va bene in Europa e quindi stanno pensando ad una versione 3G che però probabilmente non sarà quella venduta in Europa al suo lancio.

Per concludere un veloce sguardo alle quotazioni di Apple al
NYSE; nonostante la chiusura del 4 Luglio per via dell'Independence day americano, il titolo ha guadagnato circa il 10%!

giovedì 5 luglio 2007

IQ e QI?!

In questi giorni mi sono ritrovato più volte davanti a questo acronimo ed in parecchie occasioni mi è sembrato di essere diventato dislessico; ho infatti letto articoli che parlano di IQ ed altri di QI.



A quanto pare il problema non è mio ma di Microsoft che con IQ, rientriamo quindi nel primo caso, ha deciso di chiamare il risultato di una nuova e, a dir loro, brillante idea. Infatti IQ sarà il nome del nuovo pc tutto prodotto in casa Microsoft e venduto inizialmente al mercato emergente indiano alla modica cifra di 21.000 rupie (poco meno di €400 o $525).

Ma stiamo scherzando!?

No, a quanto pare non stiamo scherzando e c'è di più; IQ PC made in Microsoft utilizzerà ovviamente il sistema operativo Windows XP ma non la versione Home nè tanto meno quella Professional. Sarà venduto con in dotazione la versione Windows XP SE (Starter Edition); questa versione ha un paio di limiti di poco conto(!): sarà possibile al massimo eseguire tre applicazioni contemporaneamente e la risoluzione video non potrà essere superiore a 800x600 pyxel. Ravi Venkatesan, responsabile di Microsoft India, ha inoltre dichiarato che non si aspettano un ritorno dell'investimento a breve perchè la loro prospettiva è a lungo termine.

Cercando di limitare l'ironia non è difficile inquadrare l'operazione di Microsoft come un tentativo, non all'altezza, di conquistare mercati emergenti cercando di arrivare prima di un paio di progetti similari. Intel ha infatti annunciato alla fine dello scorso anno il progetto Intel Classmate PC; un personal computer a tutti gli effetti per il quale hanno già ricevuto ordini da alcune nazioni (tra le quali non ci stupisce trovare appunto l'India). Il prezzo di vendita dovrebbe aggirarsi, in funzione dei volumi, tra i $200 ed i $250 circa il doppio dei $140 previsti per One Laptop Per Child - OLPC (progetto frutto di un'idea di Nicholas Negroponte per un laptop economico rivolto ad un target diverso).


Dicevo quindi IQ lo devo a Microsoft mentre QI ai signori che hanno ben pensato di far sostenere alla loro bambina di due anni un test di intelligenza per valutare il suo Quoziente Intellettivo. Georgia è risultata particolarmente promettente con un QI di 152 ed ha ricevuto il raro privilegio di essere ammessa al circolo Mensa. Chi di voi volesse provare a sostenere un test simile a quello che è necessario superare per essere soci del Mensa può dilettarsi (senza barare) qui.



Per concludere un ultimo commento: per quanto folle possa sembrare la notizia lo è ancora di più scoprire che soli due anni, la piccola Georgia, è soltanto il membro femminile più giovane del circolo perchè un maschietto la batte di qualche settimana.

mercoledì 4 luglio 2007

Blogger italiani.. ma quale innovazione..

Il 3 Luglio 2007 il Censis ha pubblicato il rapporto "il controllo delle reti telematiche" , quarta e ultima ricerca del ciclo "Concentrazioni del potere".

La notizia è stata riportata da una serie di quotidiani nazionali (Repubblica, Corriere, Rai news, etc..) ma nessuno ha avuto l'accortezza di comunicare il riferimento al testo completo pubblicato sul sito del Censis.

Non stupiscono particolarmente i risultati del rapporto che ci fa osservare come l'Italia sia più che altro una nazione di consumatori dove la produzione e l'innovazione ci ha abbandonati da parecchi decenni. Tutte le testate giornalistiche si sono affannate a sottolineare che siamo quarti al mondo per blog pubblicati ma nessuna ha riportato (neanche il rapporto del Censis) qualche dato relativo alla Blogosfera Italiana. Su questo post di qualche giorno fa potete trovare il video frutto di una ricerca dell'Università di Trieste (in collaborazione, tra gli altri, con Punto Informatico e Splinder) che tenta nel suo piccolo di dare qualche dato. Anche se il campione risulta essere troppo piccolo per essere significativo, i risultati ci aiutano a costruirci un'idea. I bloggers italiani hanno generalmente più di un blog e nel 90% dei casi li utilizzano come veri e propri diari personali rinunciando alla cara vecchia privacy. Se a questi aggiungiamo le infinità di blog scritti da adolescenti e tutti quelli che vengono aggiornati un paio di volte e poi lasciati nel dimenticatoio, credo che l'essere il quarto popolo al mondo per pubblicazione di blog ci dia più un'indicazione sul nostro tempo libero che sulla nostra capacità di produrre ed innovare.

Ma cerchiamo di restare in linea con le indicazioni del rapporto; Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, dichiara su La Stampa: "gli oligopoli si sono trasformati in un rigido sistema oligarchico, incapace di creare innovazione" e successivamente Giuseppe Dominici, autore della ricerca, afferma: "[..] a questo va sommata la lentezza della burocrazia, la mancanza di investimenti e il ruolo poco chiaro dello Stato". Su questi punti mi sento di condividere le loro affermazioni (anche se potrebbe essere il caso di aggiungere alla lista la mancanza di fondi alla ricerca, l'adeguamento dei programmi ministeriali d'insegnamento, etc..); il problema italiano gira da anni intorno alla presenza di (più o meno dichiarati) monopoli spalleggiati da una classe politica che ottiene il proprio tornaconto personale (o di partito) invece di favorire la libera concorrenza ed aiutare le PMI italiane a raggiungere una dimensione tale da potere dare il loro contributo alla produzione di innovazione in Italia. Ad esempio Internet in Italia è cresciuta grazie agli sforzi di centinaia di giovanissimi imprenditori che dopo i primi anni in cui hanno portato l'accesso alla rete fin nei più piccoli comuni italiani ed acquisito competenze, si ritrovano ancora oggi a subire la concorrenza sleale del monopolista per eccellenza (Telecom Italia) ed a tentare di parlare di digital divide. Lo Stato in tutto questo non sta solo a guardare ma ad esempio, grazie al Ministro Paolo Gentiloni ed al suo ministero ha deciso di mettere nelle mani di pochi soliti le licenze per l'utilizzo di una tecnologia, e mi riferisco al WiMax, che tanto può portare come innovazione in una nazione come l'Italia piena di monti e di distanze da coprire.

In definitiva vi consiglio la lettura del rapporto e magari qualche altra sul WiMax nel cui caso per inciso il problema non sta nella sua liberalizzazione come vuole la nota petizione spinta da Beppe Grillo, ma nel stabilire regole semplici per poterla utilizzare nel miglior modo possibile e non darla in mano a chi ha interesse alla stagnazione del mercato wireless piuttosto che allo sviluppo di questa tecnologia (il discorso è un pò più complesso magari nei prossimi giorni gli dedicherò un post).

lunedì 2 luglio 2007

Live earth: 7/7/7

Aggiornato il 5 Luglio 2007 (vedi commenti)

Sabato 7 Luglio si terrano una serie di concerti nei sette continenti per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi del surriscaldamento globale.

Il nome dell'evento è:
Live Earth, sulla scia dei precedenti Live Aid del 1985 e Live 8 del 2005 (per la precisione il 2 Luglio, esattamente due anni fa), i concerti si terrano nelle città di: Sydney, Londra (casualmente è anche il secondo anniversario degli attentati alla metropolitana londinese), New York, Tokyo, Amburgo, Johannesburg, Shangai e Rio de Janeiro (inizialmente era stato previsto un concerto anche nella città di Istanbul in Turchia, ma la mancanza di appoggio da parte del governo turco e la difficoltà a trovare uno sponsor hanno reso necessaria la cancellazione del concerto).

Live Earth durerà 24 ore grazie ai differenti fusi orari delle città in cui si svolgeranno i concerti (si inizierà da Sydney) e naturalmente sarà trasmesso dalle principali emittenti televisive e radiofoniche mondiali che dovrebbero permettere la visione ad un pubblico di circa 2 miliardi di persone (l'inserimento della Cina ha aggiunto velocemente circa 800.000 telespettatori). La radio satellitare
Worldspace trasmetterà in esclusiva per tutti i suoi utenti l'audio dei concerti su tre canali satellitari, sarà inoltre possibile assistere in tempo reale ai concerti grazie a MSN che è uno dei principali sponsor e fornirà lo streaming video.

Tra i sostenitori dell'iniziativa l'ex vice presidente americano Al Gore che da tempo si ritiene impegnato nella lotta alla salvaguardia del pianeta come testimonia il documentario da lui realizzato: An Incovenient Truth (Una verità scomoda). In occasione dell'evento Al Gore, che ha focalizzato il suo interesse sulla crisi climatica (global warming - riscaldamento globale) , intenderebbe chiedere una riduzione del 90% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050.

A differenza delle precedenti iniziative di questo genere una parte della stampa mondiale ritiene che alle spalle dell'organizzazione ci sia più la volontà di produrre una serie di grandi concerti pop (contrariamente a quanto avvenuto in passato per questo genere di concerti questa volta chi vorrà partecipare dovrà pagare un biglietto per l'ingresso) che di motivare una popolazione ad agire per migliorare il proprio mondo.

Più che altro ci si chiede se sia proprio questo il modo migliore per spingere un messaggio del genere; considerate ad esempio che la CO2 prodotta dagli spostamenti aerei effettuati per l'ultimo tour di Madonna (non prendendo quindi in considerazione quanto prodotto dai concerti) è stata equivalente a quella prodotta dall'energia elettrica utilizzata in un anno in più di 500.000 comuni appartamenti (fonte: carbonfootprint.com). Vi consiglio la lettura di questo articolo in Inglese di Dan Deluca intitolato: "Live Earth: musicians with guilty consciences?" (Live Earth: musicisti con la coscienza sporca?), inoltre sulla rete si trova anche qualche articolo meno professionale che nonostante evidenti esagerazioni può magari contribuire a darci qualche spunto di riflessione.

Dulcis in fundo un accenno agli artisti; in tantissimi hanno sposato l'evento, di seguito solo alcuni dei big: Madonna, Red Hot Chili Peppers, Duran Duran, Genesis, Lenny Kravitz, Gilbero Gil, Black Eyed Peas, Roger Waters e tanti tanti altri; qui trovate la lista completa. L'organizzatore, Kevin Wall, non è però ancora riuscito ad annunciare nulla all'altezza del concerto di Londra del Live 8 il 2 Luglio del 2005 quando i Pink Floyd tornarono insieme sul palco.