Nel 1999 ho lavorato per un breve periodo a Londra ed ho regolarmente pagato tasse e national insurance (l'equivalente del nostro INPS).
In Inghilterra le tasse vengono trattenute alla fonte anche nella caso di consulenti, lavoratori a progetto o precari di altra specie (almeno così era in quel periodo); in questo modo ovviamente evitano che questa tipologia di lavoratori possa evadere le tasse (e riescono anche ad evitare l'astruso metodo di pagamento relativo all'anno ed all'anticipo dell'anno successivo come avviene invece in Italia).
In alcuni casi, soprattuto se la prestazione professionale ha una durata inferiore all'anno, è possibile che la cifra trattenuta per le tasse sia superiore a quella effettivamente dovuta. Ma in questi casi l'estrema efficenza dello stato inglese attiva la procedura di rimborso immediata in modo che il contribuente non si trovi nella spiacevole situazione di essere a credito nei confronti dello stato e di non sapere quando riceverà la somma dovuta.
Il mio fu uno di questi casi: ricordo perfettamente che terminai il mio periodo di lavoro londinese un Venerdì e tornai a Palermo il Martedì successivo; al mio ritorno trovai nella cassetta delle lettere l'assegno con la cifra relativa al rimborso delle tasse: incredbile ma assolutamente vero.
In Italia, paese di evasori fiscali, sappiamo tutti che essere a credito verso lo stato è qualcosa di più unico che raro e che quando capita l'agenzia delle entrate avvia la procedura di rimborso che nei migliori dei casi permette il recupero della cifra dovuta in circa sette anni.
A dimostrazione che l'Italia sta facendo passi da gigante nel settore dei servizi al cittadino vi comunico che proprio ieri ho ricevuto le lettere relative ad un paio di rimborsi (IRPEF e addizionale regionale) richiesti con la dichiarazione del 2003!
E poi dicono che in Italia non funziona nulla...
Magari necessiterebbe un altro post il racconto del tempo passato in coda alle Poste per il recupero in contante della cifra..
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