Chi mi frequenta durante il periodo della dichiarazione dei redditi sa che divulgo sempre un informazione che molti non hanno.
Sappiamo tutti che l'8 per mille, ovvero una minima percentuale dell'IRPEF pagato da ogni cittadino, può essere devoluto alla chiesa cattolica; già siamo in meno a sapere che anche altre confessioni religiose ne possono usufruire.
Ma mi stupisco sempre nel notare quanti pochi sono a conoscenza del fatto che, in assensa dell'esplicità assegnazione ad un destinatario, la quota relativa alla propria dichiarazione dei redditi viene assegnata automaticamente in proporzione alle scelte di chi invece ha specificato il destinatario della propria quota.
Vi do qualche numero, l'8 per mille versato dai cittadini italiani nel 2005 è di 981 milioni di euro; di questi circa il 90% sono andati alla chiesa cattolica nonostante i cittadini che hanno espresso il desiderio di destinare la loro quota alla chiesa cattolica siano poco meno del 40%.
Parliamo invece del 5 per mille che è stato introdotto nel 2006 per dare la possibilità al cittadino di finanziare direttamente ONLUS, enti di ricerca scientifica e sanitaria ed università.
Gli italiani che hanno specificato a chi devolvere il proprio 5 per mille nel primo ed unico anno di esistenza sono stati molto di più di quelli che hanno espresso un parere relativamente al proprio 8 per mille (il 61% contro il 40%) ed allora cosa fa il nostro Stato? Con la finanziaria del 2007 decide di imporre un tetto massimo di 250 milioni al 5 per mille! Ma se è una percentuale in relazione all'IRPEF versato come possono mettere un tetto massimo, che almeno gli cambiassero nome?!
Le quote assegnate, in maniera del tutto volontaria con il 5 per mille sono state di circa 400 milioni di euro ma nel 2007 tutta l'eccedenza rispetto al tetto di 250 milioni resterà nelle casse dello stato.
Per un quadro più chiaro della situazione vi consiglio questo articolo su Repubblica.it di cui vi riporto un brevissimo estratto:
da "Chiesa c'è un 8 per mille segreto Ecco dove finisce un miliardo di euro" di Curzio Maltese del 25 Ottobre 2007
"[...] si chiama sempre "cinque per mille" ma è ridotto nei fatti a meno del due. Le quote eccedenti verranno prelevate dall' erario. Con una mano lo Stato dunque regala 600 milioni di quote non espresse alla Cei e con l' altra sottrae 150 milioni di quote espresse a favore di onlus e ricerca. Nella stessa pagina del modulo 730 il "voto fiscale" espresso da un cittadino in alto a favore delle chiese vale in termini economici quattro volte il voto nel "cinque per mille". Perché due pesi e due misure? Lo Stato in diciassette anni non ha speso una parola pubblica, uno spot, una pubblicità Progresso, per spiegare il senso, il meccanismo e la destinazione reale dell' otto per mille. Ed è l' unico "concorrente" che ne avrebbe i mezzi, oltre al dovere morale."
giovedì 25 ottobre 2007
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