venerdì 20 luglio 2007

Wimax: Intervista al presidente di Assoprovider

Dopo tanta attesa l'Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha finalmente provveduto a pubblicare la delibera n.209/07/CONS con la quale indica le "Procedure per l’assegnazione di diritti d’uso di frequenze per sistemi Broadband Wireless Access (BWA) nella banda a 3.5 GHz"; ovvero un tentativo di regolamentare le licenze relative ad una parte delle frequenze utilizzate dal WiMax.

La delibera ha suscitato polemiche sulla rete che ha reagito con messaggi sui forum e sui gruppi di discussione pubblica, tantissimi commenti sui blog più letti ed innumerevoli post. E' stata creata una petizione dai sostenitori del WiMax libero che ad oggi conta più di 110.000 firmatari.

Nel tentativo di fare un pò di chiarezza ho intervistato il Dott.Matteo Fici, presidente di Assoprovider, Associazione provider indipendenti.

Marco Leone: Può parlarci brevemente dell'associazione Assoprovider?

Matteo Fici: Sono il presidente dell'associazione dei piccoli Internet Service Provider Italiani, Assoprovider, praticamente da quando essa è stata costituita, nel 2000. Nella mia asociazione rappresentiamo ben 200 aziende italiane, distribuite sull'intero territorio nazionale; la maggior parte delle mie aziende opera in un ambito provinciale, e quindi è fortemente coinvolta nelle problematiche locali, come è quella del superamento del digital divide sulla larga banda.
Siamo stati noi, fra l'altro a fare sbloccare la possibilità di usare le bande unlicensed del wifi per dare connessioni in larga banda, in poche parole' l'adsl wireless ' ; per anni non la si voleva sbloccare perchè c'erano gli operatori umts che temevano di non potere recuperare i soldi buttati nell'acquisto delle costosissime licenze; la storia si ripete...

ML: Quali sono le sue considerazioni e quale è l'opinione dei suoi associati relativamente alla delibera 209/07/CONS?

MF: Assoprovider esprime le sue perplessità sulle modalità di assegnazione delle licenze WiMax: qualora le nostre previsioni trovassero conferma, assisteremo all'ennesima occasione persa a favore degli oligopoli e contro gli interessi degli utenti e del mercato. Le misure asimmetriche introdotte sembra saranno irrilevanti e parziali, il criterio di assegnazione ad aste pare sarà rilanci multipli simultanei, il che andrà a favorire ulteriormente gli operatori con un forte potere economico ed escluderà nei fatti i piccoli e medi operatori più interessati agli investimenti nelle aree soggette a digital divide.

Inoltre non sarà posta alcuna condizione limitativa al numero massimo di regioni che ciascun operatore può vedersi assegnato, creando di fatto delle licenze nazionali. Sembrerebbe replicarsi l'esperienza delle licenze WLL, licenze che nei proclami ufficiali dovevano essere utilizzate per colmare le lacune della rete tradizionale, ma poi, all'atto pratico, sono andate in mano ai soliti noti, non portando nessuno sviluppo per il paese: oggi però a differenza di allora, non vi è più traccia nemmeno delle misure asimmetriche, come se le problematiche degli oligopoli sul nostro mercato si siano improvvisamente risolte.

Visti i costi degli apparati e i presumibili costi delle licenze sarà impossibile, almeno nei prossimi due anni, che il wimax venga realmente utilizzato per combattere il digital divide, se non a costi pari a quelli delle tecnologie UMTS. Vorremmo ricordare che le connessioni necessarie alla riduzione del digital divide devono poter essere always on e non a consumo, generando quindi introiti molto più bassi. Si consideri inoltre che le zone soggette a digital divide in molti casi non sono raggiunte nemmeno da dorsali a larga banda, pertanto non è sufficiente installare una cella WiMax, ma è necessario realizzare dorsali, con ulteriore incremento dei costi.

A nostro parere quindi il WiMax a tutto servirà tranne che alla lotta al digital divide, che continuerà ad essere combattuta con le più umili armi del Wi-Fi.

Se davvero l'obiettivo principale del Wimax vuole essere la lotta al digital divide sarebbe stato necessario prendere alcune precauzioni a garanzia della libera concorrenza, non escludendo i piccoli che sono al momento gli unici imprenditori attivi nella lotta.

Assoprovider ha individuato la ricetta per favorire lo sviluppo e l'innovazione su WiMax in una soluzione simile a quella che pare ormai essere anche per Agcom l'unica possibile per il rilancio della concorrenza nel mercato italiano del cavo: l'assegnazione delle licenze ad un unico operatore, possibilmente super partes e che però dia in anticipo ampie garanzie di imparzialità (diciamo una soluzione Infratel-like) che gestisca in modo razionale la pianificazione delle infrastrutture, evitando così inutili duplicazioni, e a cui sia consentita esclusivamente la rivendita all'ingrosso.

Auspichiamo inoltre che vengano al più presto avviate sperimentazioni anche su frequenze unlicensed, probabilmente le più adatte per un reale sviluppo della banda larga a prezzi di mercato anche nelle zone soggette a digital divide.

Suggeriamo di non persistere nell'errore di sminuire i risultati ottenuti col Wi-Fi: le strutture per il Wi-Fi sono già esistenti sul territorio con ottimi risultati e dimenticarsi di questa tecnologia sotto l'influenza della mania del WiMax sarebbe un vero spreco di risorse. A tal proposito ci mettiamo a disposizione per elaborare strategie utili allo sviluppo in un'ottica di libera concorrenza. Ricordiamo infatti che le zone oggi coperte lo sono state grazie ai piccoli provider con le loro sole risorse.

Ci aspettiamo anche che si possa prevedere una equa ripartizione di fondi per permettere alle utenze finali di accedere al servizio. In passato i contributi di attivazione per la banda larga sono stati erogati solo a qualche operatore e non agli utenti digitalmente divisi, ma come incentivo a chi era già in zona coperta da ADSL. Suggeriamo di apportare delle correzioni in questo senso.

ML: Come si pone di fronte alla petizione che richiede la liberalizzazione di almeno un terzo delle frequenze disponibili per assegnarle ai singoli cittadini o ad associazioni no-profit a titolo gratuito?


MF: Personalmente, visto che prevedo che l'attuale modello di WiMax proposto da Agcom non funzionerà, sono anche eventualmente favorevole a questa richiesta. Noi con il Wi-Fi abbiamo dimostrato che su bande unlicensed si può fare molto e bene.

Non sono d'accordo sulla parte che autorizzerebbe anche i liberi cittadini e le loro associazioni no-profit a diventare operatori su queste bande unlicensed, però Grillo
(ndr: Beppe Grillo: WiMax e il diritto alla conoscenza) e co non hanno torto; se quello che abbiamo fatto sul Wi-Fi viene volutamente tenuto nascosto all'opinione pubblica, l'idea che si fa il cittadino è che tutti gli operatori sono uguali, grossi e piccoli, e che quindi il cittadino si deve fare giustizia da sé sull'etere. :-)

ML: Quali sono le motivazioni che spingono alcuni internet provider a non condividere la liberalizzazione di una parte delle frequenze?

MF: L'obiezione di alcuni ISP , anche in Assoprovider, è che uno spazio non licenziato equivale ad un mercato senza regole. In poche parole, se vendo un link ad un cliente ed il giorno dopo un altro mi accende un apparato sulla stessa frequenza buttando giù il link io con chi me la prendo?Altra obiezione: serve avere delle frequenze licenziate a costi contenuti; avere delle
frequenze NON licenziate interessa poco.

ML: Un ultimo commento a questa affermazione di Stefano Quintarelli: "in Italia le frequenze oggetto di concessione saranno nel range alto delle frequenze che vengono fermate anche da piccioni viaggiatori, che non consentono il NLOS, che non sono utilizzabili praticamente in ambito metropolitano e quindi non tanto diverso dalle tecnologie hyperlan per cui mi immagino uno sviluppo analogo e non capisco perche' un operatore dovrebbe pagare soldi per avere bande protette quando si può andare in punto-punto con visibilità ottica su bande non protette".

MF: Se guardiamo quanto ho scritto sopra, direi che sono d'accordo con l'analisi di Stefano. Ma poichè alla protesta deve seguire la proposta, io propongo anche qualcosa per risolvere questa empasse dettata dalla solita Agcom all'italiana.

ML: Grazie.

Invito chiunque ad esprimere la propria opinione a riguardo e metto a disposizione il blog per eventuali repliche a questa intervista.

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