domenica 30 settembre 2007

Del costo di libri, cd e lungometraggi...


A chi non è capitato negli ultimi anni di assistere o partecipare ad una conversazione durante la quale si sottolinea che l'altissimo numero di copie contraffatte di cd musicali è il dazio che le case discografiche devono pagare per via dei prezzi altissimi che impogono per l'acquisto dei cd originali?

A chi non è capitato allo stesso modo di sentir parle di selvaggi download di film appena usciti al cinema o magari in programmazione nei prossimi mesi giustificato dal costo alto del biglietto o dell'acquisto del dvd originale?


Magari tra chi mi legge (in un Italia di analfabeti dove, a quanto riferisce il Censis, il 45% della popolazione
non ha letto neanche un libro durante l'ultimo anno) c'è anche qualche fortunato che ha partecipato ad una conversazione il cui oggetto erano appunto i libri e qualcuno si lamentava dell'eccessivo costo di una prima edizione o di un saggio che ha venduto tante copie.

Siano cd musicali, film o libri la conclusione sembra essere sempre la stessa.. costano troppo.


Ma quando mai?!


Nel caso dei cd musicali i difensori del prezzo si aiutano spesso scaricando le colpe sull'eccessivo costo della distribuzione del prodotto; fortunatamente in questi anni, grazie alla Apple ed al suo Itunes, questa voce di costo è stata totalmente annullata poichè il mercato della vendita online di musica è esploso ed è possibile ormai considerarlo maturo. In Italia, qualcuno potrebbe obiettare, sarebbe necessario definirlo ancora un mercato di nicchia; ma se prendiamo in considerazione il target del prodotto cd musicale credo che si possa definire mercato maturo anche qui da noi. Nonostante l'eliminazione dei costi di distribuzione ed alla possibilità di realizzare la propria compilation in libertà, € 10 per cd è considerato ancora un costo esagerato.


Nell'ambito dei prodotti cinematografici la situazione è ancora più difficile, il cinema italiano è ancora in crisi e le vendite di biglietti al botteghino sono in continuo calo. Il governo si interroga, i produttori si lagnano, ma in tutte le case si continuano a vedere film e molto spesso questi vengono scaricati illegalmente utilizzando varie reti peer to peer.


Di libri potremmo anche parlare molto poco perchè se il 45% di noi non legge neanche un libro, figuriamoci quanti ne comprano a sufficienza da raggiungere una spesa annua che imponga una seria considerazione sul loro prezzo.


Non volendo
scendere nel particolare, quanto meno oggi, il mio ragionamento è molto semplice e mi chiedo: di cosa stiamo parlando? Caro il prezzo di un cd? Di un libro? Della visione di un film?

Qualche giorno fa ho finito il libro, di cui parlavo in questo post, Zugzwang: 293 pagine a € 15.
Ho impiegato circa 8 ore (questo valore subisce ovviamente delle variazioni generalmente minime in considerazione della velocità di lettura) del mio tempo per leggere questo libro, che potrò rileggere in futuro tutte le volte che vorrò. Quindi il costo orario che ho dovuto sostenere per soddisfare la mia voglia di lettura è stato di meno di € 2 (ed avrei anche potuto acquistare il libro online sfruttando uno sconto del 20% che avrebbe ridotto ulteriormente il costo orario).

Volendo prendere ad esempio un libro di una collana economica, quindi non una prima edizione, La banda dei brocchi edito da Feltrinelli 376 pagine € 8 riduce il costo orario a circa € 0.80. Tralascio di prendere in considerazione i libri tecnico-scientifici o di scacchi che ovviamente mi allietano per molto più del tempo necessario ad una sola prima lettura e quindi riducono maggiormente il costo orario.


Ma passiamo al cd musicale che, realizzato masterizzando le canzoni acquistate online, arriva a costare circa €10. Se lo ascoltassimo una sola volta avremmo un costo orario effettivamente elevato. Non so voi ma i miei cd degli: U2, Queen, Phil Collins, Norah Jones, Pink Floyd, etc... sono stati ascoltati per ore ed ore ed ore. Direi che la definizione del costo orario in questi casi è praticamente impossibile ma ritengo che possa essere arbitrariamente definita in € 0.25 o meno, certamente non di più.


Ho lasciato per ultimo i lungometraggi perchè effettivamente a differenza della canzoni che sono centinaia di volte più leggere (come file da trasferire tramite Internet) le infrastrutture telematiche nazionali rendono molto difficile in Italia, in questo periodo, parlare di acquisti online. Ma mi chiedo è veramente più economico scaricare illegalmente un film tramite Internet? Ovviamente io ho la mia risposta e per me non lo è.


Per scaricare un film è necessario tenere in considerazione che:


- è illegale;

- sono richieste delle competenze minime ma comunque maggiori di quelle necessarie per l'acquisto legale di canzoni online;

- il download richiede del tempo che può variare da un paio di ore a qualche giorno;

- non sempre il file scaricato corrisponde esattamente a quanto ci aspettiamo (stupidi scherzi, riprese con cam, lingue diverse, etc..) e quindi è necessario almeno raddoppiare il tempo necessario per scaricarlo se non, nel caso peggiore, rendersi conto durante la visione che è presente solo il primo tempo o manca l'audio;


Il costo del noleggio del dvd è ormai intorno ad € 1 per le consegne entro le 24 ore; un euro per due ore di intrattenimento. Nel caso lo si volesse acquistare entrano in gioco altre considerazioni che rendono ancora più complessa la valutazione del costo ma a € 10 per DVD credo che sia più che abordabile.


Ricapitolando il costo orario per godere della musica preferita, leggere un autore che ci piace o vedere un bel film è di meno di € 0.50 in ogni caso.. la smettiamo di lamentarci del prezzo esagerato!?


Ed ho tenuto per me le considerazioni più ovvie che scaturiscono dal paragonare questi costi con i seguenti costi orari (calcolati approssimativamente):


- partita di calcio in tv: € 3,40
- biglietto per lo stadio (calcio): € 15
- partita biliardo: € 8

- lezione in palestra con abbonamento semestrale medio: € 7

- discoteca: € 10
- spettacolo teatrale: € 20
- noleggio gommone: € 20

Insomma leggere, ascoltare musica o godersi un bel film costa davvero molto poco!

sabato 29 settembre 2007

Noiosa blogosfera..

Quando ho iniziato a scrivere post su questo blog non nascondo che la curiosità di sapere quanti di voi sarebbero venuti a leggermi era uno degli stimoli a produrre materiale.

Il riscontro è stato più che lusinghiero: in meno di tre mesi ho superato i 6.000 visitatori unici.


Non mi sarei mai aspettato tanti occhi sulle mie parole: considerando l'esiguo numero di post, il periodo estivo, l'assenza di azioni volte al recupero di lettori (mail/commenti spam, scambio di link et similia) ma soprattutto la distanza presa dalla blogosfera italiana: melting pot di autoreferenziati narcisisti, gruppo di coniatori di termini e scadenti nostradamus attori protagonisti del social network di cui solo loro fanno veramente parte e che solo pochi riescono ad usare per i loro fini giornalistici/redazionali (vedi gli inserti specializzati sui quotidiani, sezioni ad hoc sui settimanali, i vari *camp, le riviste del settore, etc..).


Nonostante questo piccolo ma lusinghiero risultato ho comunque avuto meno voglia di condividere quello che mi passa per la testa tramite il blog, ma probabilmente è un momento.


Magari presto ritroverò la voglia... anche se, tra le altre cose, i fine settimana di relax con un paio di libri su una sedia di fronte al mare, i nipotini che corrono, gli amici, gli scacchi, il cibo, i viaggi, l'amore continuano a farmi prediligere il web come strumento rispetto ai social network tanto idolatrati (web 2.0) e naturalmente contribuiscono a farmi apprezzare ancora di più (qualora ce ne fosse il bisgono) la vera ed unica first life!

venerdì 21 settembre 2007

L'(a) (pen)isola che non c'e'

Ultimamente sono stato un poco assente da questo spazio, il titolo del post di oggi potrebbe dare spazio a varie possibili idee sul suo contenuto.

In questi giorni abbiamo infatti assistito a proposte assurde come ad esempio quella del vicepresidente della Commissione Europea
Franco Frattini che ritiene utile applicare una censura all'informazione disponibile in rete basata su parole chiave.

Inutile sottolineare quanto sia stata reputata assurda questa proposta che ha addirittura indotto Google a
rispondere ufficialmente:

"Ci opponiamo alla censura, e in ogni caso impedire la ricerca di alcune parole non è la soluzione al problema della sicurezza."


Sempre qualche giorno fa si sono svolti i funerali di Luciano
Pavarotti che ha indubbiamente contribuito alla promozione dell'Italia nel mondo ma non dimentichiamoci (come fa notare anche Stefano Quintarelli) che Pavarotti è stato rinviato a giudizio per evasione fiscale e parliamo di più di € 10.000.000; magari si poteva evitare la diretta TV o meglio ancora la visita del Presidente della Repubblica.

In questi giorni si è svolta la conferenza
Techcrunch40 2007 durante la quale sono state presentate le start-up più promettenti del 2007. Ha vinto il primo premio (e di conseguenza chi sa quanti milioni di dollari di futuri investimenti da parte di gruppi di venture capital) Mint:

Mint
is a personal finance application that lets users track and monitor their financials in one place without the need of routine maintenance or accounting knowledge.

Praticamente questa azienda ha realizzato un applicazione web che permette all'utente di centralizzare la gestione di tutto quanto riguardi le sue finanze; quindi conto correnti bancari, spese, carte di credito, etc.. In base ai dati sugli utenti
Mint si occuperà anche di proporre soluzioni più economicamente vantaggiose ( il vero business dell'azienda sono le provvigioni ottenute dalla vendita di servizi all'utente).

Idea interessante ma certamente lontana anni luci dall'Italia dove utilizzare una carta di credito online è ancora considerata un'operazione altamente rischiosa, figuriamoci centralizzare la gestione di tutte le proprie finanze (e tralascio di considerare l'argomento venture
capital dal momento che in Italia sembra che non se ne voglia proprio parlare).


Comunque di tutto questo al momento non mi va di parlare e dedico invece il post a questa notizia che vi consiglio di leggere:

"A
Swiss-designed artificial island is set to make its first appearance in the Gulf state of Ras al Khaimah, with the aim of providing a source of clean energy."

Il progetto è quello di realizzare un'isola artificiale che produca elettricità ed idrogeno utilizzando la sola energia solare. La soluzione dell'isola è stata scelta per via della difficoltà, anche in termini economici, di realizzare vaste installazioni sulla terraferma.

L'isola avrà un diametro di circa un chilometro; al momento si sta lavorando per terminare il prototipo che ha un diametro di circa 100 metri.

martedì 18 settembre 2007

The real godfather

Ieri la BBC, televisione nazionale inglese, ha trasmesso un interessante documentario su Bernardo Provenzano che è possibile vedere online:

The Real Godfather

Il documentario è praticamente tutto in Italiano con i sottotitoli in inglese e dura un'ora; la voce fuori campo è in inglese.

Verso la fine c'è anche una brevissima intervista al nostro presidente Totò Cuffaro che mostra ancora una volta doti nascoste, in questo caso la padronanza dell'inglese.


Ringrazio Andrea per la segnalazione.

lunedì 17 settembre 2007

Zugzwang

La maggior parte dei miei amici leggendo il titolo di questo post penseranno che ho commesso almeno un paio di errori di battitura!

Chi invece gioca a scacchi saprà che per zugzwang si intende mossa obbligata; la parola viene utilizzata per definire quelle situazioni in cui qualunque mossa non può che peggiorare la situazione e dare vantaggio all'avversario. A questo punto sembrerà scontato (a chi mi conosce) che il titolo del post è stato utilizzato per introdurre i risultati del mio secondo torneo di scacchi.

In considerazione del pessimo risultato ottenuto (+1 =1 -4) non ho alcun voglia di parlarvi delle partite del fine settimana ma voglio invece consigliarvi una nuova lettura.

Zugzwang è infatti il titolo di un romanzo di Ronan Bennet, uscito in libreria da un paio di giorni, nel quale il gioco degli scacchi fa da sfondo (un pò come La variante di Luneburg di Paolo Maurensig) ad un thriller ambientato in Russia nel 1914.


Probabilmente non sono molto obiettivo perchè riceverlo in regalo dalla mia futura moglie con la dedica più che bella che io abbia mai letto gli ha attribuito un fascino speciale ma fortunatamente dopo avere letto le prime cinquanta pagine mi sento più tranquillo nel consigliarlo anche a chi non avrà la fortuna di leggerlo con la mia stessa cornice.

Qui trovate un'intervista in italiano all'autore.

giovedì 13 settembre 2007

Messico 2007

Fra poco meno di un ora avrà inizio in Messico il campionato mondiale di scacchi; chi volesse può seguire le partite direttamente dal sito ufficiale:

Mexico 2007 live

Naturalmente le partite saranno commentate in diretta presso i soliti noti servizi a pagamento (playchess, icc, etc..) ma sarà possibile sfruttare numerose altre risorse in rete per ricevere aggiornamenti in diretta.


Tra le tante segnalo:


Susan Polgar - commenterà sul blog in tempo reale
Chessninja - da seguire i commenti
Chessdom - commento del GM Vladimir Dimitrov e dei IM Kalin Karakehayov e Miodrag Perunovic
Chessivibes - come al solito non farà mancare i suoi video in special modo quelli della analisi post-mortem
Chessok - qui è possibile seguire le partite live

Ritengo che se Alexander Morozevich e Levon Aronian riusciranno a giocare al loro meglio le partite potranno essere molto più avvincenti del previsto.

Sperando in un numero basso di patte sotto le 25 mosse.. Che vinca il migliore!

Italia - no comment!

Riporto da Repubblica on line di oggi:

"
Ho pagato e non mi pento questo è il paese dei furbi" di Giuliano Foschini

BARI
- Lui ha pagato. "Non so quanto, questo chiedetelo a mio padre. Ma vi assicuro che ho studiato. Quell'esame l'ho superato per merito soprattutto. Certo un aiutino...".


I messaggini sul telefono con le risposte giuste le sembrano un aiutino?

"Chi nella sua vita agli esami, ai compiti in classe, non ha copiato una volta o almeno ci ha provato? Avanti, provate a dirmelo. Rispetto a prima sono cambiati soltanto i metodi: prima c'erano le fisarmoniche, i libri piccolini, le fotocopie. E ora ci sono i telefonini. Non capisco perché la gente si scandalizza".

Antonio (non si chiama così) è uno dei cinquanta sospettati dalla procura di Bari nell'inchiesta sui test d'ingresso all'Università di Bari. L'esame lo ha superato. Ma la sua prova dovrebbe essere annullata.

"Non esiste".

Come, scusi?

"Io non ho fatto niente di male e quindi io mi sento a tutti gli effetti uno studente dell'Università di Bari".

Lei ha barato.

"Ho fatto quello che si è sempre fatto durante un esame. Niente di più, niente di meno".

Ma come: le centrali operative, gli auricolari bluetooth, le staffette...

"Quelle sono le esagerazioni dei giornali. Semplicemente i tempi avanzano e noi ci adeguiamo con le tecnologie. Ma ripeto, non mi va di passare come un analfabeta. Mi sono diplomato con un ottimo voto, ho studiato come un pazzo per cinque anni e quest'estate con il professor Pollice anche. Nessuno mi ha regalato nulla".

Perché se era così bravo ha pagato?

"Io ho pagato le lezioni private, non per superare l'esame. Nessuno mi ha garantito di essere promosso, se fossi stato bocciato nessuno avrebbe restituito a mio padre quel denaro: certo, le percentuali erano alte. Si sa che chi segue i corsi di Pollice ce la fa quasi sempre. Ma perché è preparato. Non per altro".

Quando ha cominciato a studiare per il test?

"A fine aprile, i primi di maggio. Dovevo preparare anche gli esami di maturità e la chimica, la fisica, servono sempre. Non erano lezioni individuali ma di gruppo. Ci vedevamo una, io anche due volte alla settimana".

Che facevate?

"Seguivamo le lezioni. Preparavamo i test con le simulazioni. Studiavamo molto anche a casa, non sono mai stato così tanto sui libri in vita mia. Sono bianco: se bastava pagare avrei passato l'estate a Corfù con i miei amici, e non in un villaggio a Polignano".

Un secchione.

"No, ma nemmeno un delinquente".

Lei ora potrebbe essere indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Cosa dirà agli investigatore quando sarà interrogato?

"Che non ho fatto niente. E se insistono mi avvarrò della facoltà di non rispondere, si dice così, no?".

Lei aveva il telefonino?

"Sì".

Non si può, è vietato.

"Non hanno le prove. Nessuno mi ha scoperto".

Potrebbe essere stato intercettato.

"Forse no".

Aveva cambiato la scheda e anche il telefonino?

"Questo non lo posso dire".

Ma non si sente in colpa nei confronti dei suoi colleghi? Avete giocato la stessa partita ad armi impari: che gusto c'è a vincere così?

"Ho vinto perché ero più preparato. E forse perché sono stato più furbo. Questo è il paese dei furbi".

lunedì 10 settembre 2007

Bobby Fischer

Chiunque giochi a scacchi non può non conoscere Robert James Fischer.

Bobby Fischer è considerato il più dotato e talentuoso giocatore di scacchi di tutti i tempi. Nonostante la sua lunga assenza dalle competizioni rimane uno dei nomi più conosciuti tra gli appassionati e sicuramente il più conosciuto tra i non appassionati.


Sulla rete è possibile trovare un'infinità di informazioni sul Fischer giocatore ma anche su altri aspetti meno lodevoli della sua personalità (antisemitismo, intollerenza per l'omosessualità, etc...) che hanno contribuito, nel bene e nel male, ad accrescere la sua fama.


Consiglio a chi volesse costruirsi un quadro abbastanza completo del personaggio questo interessante articolo in inglese pubblicato sul sito web della rivista ufficiale della federazione scacchistica americana (
USCF):

Fischer: Fame to fallout

Inoltre è possibile leggere una rivisitazione della partite più belle del famoso campionato del mondo del 1972 in cui Fischer sconfisse il russo
Boris Spasskij: 1972 Revisited.

L'analisi porta la firma del grande maestro Susan Polgar e del maestro Fide Paul Truong. A proposito di Susan Polgar invito tutti gli appassionati alla visione della seconda puntata della serie tv inglese "My brilliant brain" dedicata proprio a Susan, una delle tre sorelle Polgar: Judit GM 2707, Susan GM 2577 e Sofia WGM 2459.

Nota: E' possibile trovare gli episodi della serie My brilliant brain anche su YouTube: guarda la prima parte del secondo episodio.

venerdì 7 settembre 2007

The Athens affair - aggiornamento

Il post di qualche mese fa "Intercettazioni telefoniche, segreti di stato e hacker", nel quale descrivevo lo scandalo delle intercettazioni telefoniche greche, ha suscitato molto interesse.

A tal proposito segnalo che
l'autorità greca per la sicurezza e la privacy nelle comunicazioni ha dichiarato quanto segue in un comunicato pubblicato Mercoledì:

"The Hellenic Authority for Information and Communication Security and Privacy (ADAE) decided to fine Ericsson Hellas 7.36 million euros ($10 million) in relation to the wiretap issue
Che in italiano si traduce liberamente così: ADAE ha deciso di multare Ericsson Grecia di 7.36 milioni di euro ($10 di dollari americani) in relazione alle (allo scandalo sulle) intercettazioni.


L'ADAE aveva già inflitto a Vodafone una multa di 76 milioni di euro per il suolo ruolo nello scandalo, adesso è il turno di Ericsson. La motivazione, riportata nel comunicato è la seguente:

"The whole system could not operate without Ericsson know-how and without access from within (Vodafone)"


"Tutto il sistema non avrebbe potuto operare senza il know-how e senza l'accesso dall'interno (Vodafone)".


A suo tempo Vodafone dichiarò che a suo dire la multa è: "
illegale, unfair and baseless (illegale, ingiusta e senza valide basi)". Adesso è il turno di Ericsson Grecia che dichiara:

"As we have stated in the past, the company did not have any involvement in the development, intrusion and use of illegal software"


"Come abbiamo affermato in passato, la compagnia non ebbe alcun ruolo nello sviluppo, nell'intrusione e nell'utilizzo di software illegale".


La notizia è stata resa nota da AFP: "
Ericsson's Greek branch fined over wire-tapping scandal" e Reuters: "Greece fines Ericsson Hellas in tapping case" (che riporta anche la reazione di Ericsson) e rilanciata da varie testate giornalistiche tra le quali The Register.

Inutile cercare di paragonare la reazione delle autorità greche alle varie assenze di reazione delle nostre autorità nazionali.


Chi è in grado di leggere il greco trova
qui il comunicato stampa originale dell'ADAE.

Steve Jobs si scusa ma basterà?

Più o meno è questo il titolo dell'articolo apparso oggi su The Guardian a seguito della pubblicazione della lettera di Steve Jobs sul sito della Apple.

L'amministratore delegato della società di Cupertino ha infatti ricevuto non poche lamentele dopo avere annunciato il taglio di $200 al prezzo del suo gioiello Iphone (versione da 8GB).


Mi sembra evidente che i fan della
Apple, che hanno passato ore in fila per acquistare il loro tanto amato cellulare, si siano quanto meno sentiti presi in giro avendolo pagato il 50% in più del prezzo attuale! Si, avete capito bene il prezzo dell'Iphone è stato per meno di 10 settimane dalla sua uscita di $599 (la versione da 8GB) adesso si può acquistare a $399.

Inoltre questa pesante rimodulazione del prezzo conferma come Apple abbia ancora una volta approfittato dei suoi fan sfruttando il loro cieco amore per qualunque cosa porti il marchio della mela morsicata.


Dopo l'uscita dell'Iphone è stato infatti necessario aspettare solo qualche giorno per avere conferma che il prezzo era stato calcolato contando sull'irrazionalità dei potenziali acquirenti, come del resto scrivevo in questo
post:

[...] da una ricerca della
Isupply si scopre che il margine (rispetto al costo del prodotto finito) per Apple sulla versione da 8GB ($599) è di circa il 55% ($335!) [...]

In questa occasione credo che Apple abbia proprio esagerato e, nonostante Steve Jobs si sia impegnato a restituire 100 dei 200 dollari di ribasso del prezzo ai primi acquirenti dell'Iphone, ho qualche dubbio che tutto ciò sia sufficiente a recuperare quella parte di fan che la prossima volta ci penseranno almeno due volte prima di investire i loro risparmi su qualunque cosa uscirà fuori dalla geniale (e qui non sono ironico) mente di
Steve Jobs.

giovedì 6 settembre 2007

Punto Informatico: non leggiamo solo il titolo!

Ieri avevo pensato di scrivere un post sui recenti sviluppi americani della causa durante la quale è stato richiesto per l'ennesima volta di potere visionare il codice sorgente del software utilizzato per il funzionamento di un comune etilometro (Breathalyzer: Draeger AlcoTest 7110).

La novità rispetto alle passate richieste è che questa volta il giudice ha deciso di accettare la richiesta dell'imputato ed obbligare la società che ha scritto il codice a fornire i sorgenti ad un team di esperti super partes.

Così oggi mentre mi apprestavo a scrivere un post a riguardo, ho notato che punto-informatico ha pubblicato questo articolo:
Etilometro, open source unica via. Dal momento che il titolo mi è sembrato in linea con quanto avrei scritto io, ho abbandonato l'idea e mi sono apprestato a leggere il pezzo di Dario D'Elia.

Leggendo l'articolo mi sono però accorto di come l'autore non abbia riportato le scontate e necessarie conclusioni che trarrebbe chiunque leggesse il post dal quale ha preso spunto.

D'Elia scrive: " [...] Il codice è stato analizzato da un team di esperti della Base One Technologies: i timori iniziali sono stati completamente sconfessati: gli esperti hanno rilevato algoritmi comuni, e niente di "poco trasparente".

Insomma, il segreto di almeno uno di questi dispositivi parrebbe essersi dimostrato "di Pulcinella". Come riporta Slashdot, e in maggiore dettaglio Dui Blog, i timori delle imprese di settore sarebbero ingiustificati."

Nel post su slashdot al quale fa riferimento D'Elia l'autore riporta: "Base One found that, contrary to Draeger's protestations that the code was proprietary, the code consisted mostly of general algorithms: 'That is, the code is not really unique or proprietary.' In other words, the 'trade secrets' claim which manufacturers were hiding behind was completely without merit."

Quindi sottolinea che dal momento che il software utilizza semplici algoritmi la Draeger non aveva giustificazioni valide per rifiutarsi di fornire il codice sorgente per evitare la pubblicazione di "trade secrets".

Ma ritengo che la vera informazione da dare ai lettori doveva essere quella pubblicata su
Dui Blog che è molto chiaro e non lascia spazio ad alcun dubbio; è sufficiente dare una veloce lettura ai punti riportati sul post dal report redatto dagli esperti della Base One Technologies per rendersi conto dell'inaffidabilità del software in oggetto.

Di seguito riporto un estratto di quanto pubblicato da Dui Blog con una sommaria traduzione in italiano:

1. The Alcotest Software Would Not Pass U.S. Industry Standards for Software Development and Testing: The program presented shows ample evidence of incomplete design, incomplete verification of design, and incomplete “white box” and “black box” testing. Therefore the software has to be considered unreliable and untested, and in several cases it does not meet stated requirements.[...]

Il software Alcotest non rispetta gli standard americani per lo sviluppo ed il test del software: Il programma presentato mostra ampia evidenza di design incompleto, incompleta verifica del design, e test "white box" e "black box" incompleti. Quindi il software deve essere considerato inaffidabile e non testato, e in molti casi non rispetta gli standard dichiarati.[...]

4. Catastrophic Error Detection Is Disabled: An interrupt that detects that the microprocessor is trying to execute an illegal instruction is disabled, meaning that the Alcotest software could appear to run correctly while executing wild branches or invalid code for a period of time.[...]

La rilevazione di errore catastrofico è disabilitata: L'interrupt atto a rilevare che il microprocessore stia tentando di eseguire un'operazione illegale è disabilitato, ciò significa che il software Alcotest potrebbe mostrare di funzionare correttamente mentre esegue per un periodo di tempo codice non valido.[...]

10. Error Detection Logic: The software design detects measurement errors, but ignores these errors unless they occur a consecutive total number of times. For example, in the airflow measuring logic, if a flow measurement is above the prescribed maximum value, it is called an error, but this error must occur 32 consecutive times for the error to be handled and displayed. This means that the error could occur 31 times, then appear within range once, then appear 31 times, etc., and never be reported…[...]

Logica di rilevazione dell'errore: Il design del software rileva errori di misurazione, ma ignora questi errori a meno che non si presentino per un numero consecutivo di volte. Per esempio, per quanto riguarda la logica di misurazione del flusso d'aria, se la misurazione del flusso e al di sopra del valora massimo accettabile, viene considerato un errore, ma l'errore deve presentarsi 32 volte consecutive affinchè venga gestito e visualizzato. Questo significa che l'errore potrebbe presentarsi 31 volte, poi per una volta il valore è corretto, altre 31 volte si presenta l'errore etc.., e non sarebbe mai riportato...

In questi anni Internet ci ha permesso di fornire e fruire informazione come non è mai accaduto nella storia della civiltà umana, ma questa facilità di reperimento e l'enorme quantità di informazione a disposizione rischia di rendere sempre più superficiale il nostro approccio alla notizia: sia esso come autore che come lettore.

Credo che il rischio sia quello di diventare definitivamente la generazione del titolo o della parola chiave; non dimentichiamoci dei contenuti.. non dimentichiamoci dei contenuti.

martedì 4 settembre 2007

Quiz: Indovina dove?

Ogni tanto mi capita di guardare la tv, negli ultimi due giorni mi è capitato più spesso. Ho guardato insieme a Dani le prime puntate della serie tv Heroes in modo da provare ad allinearci e guardare così insieme le puntate in inglese della seconda serie che inizierà a breve.

Ma tornando all'oggetto di questo post, chi mi sa dire esattamente in che posto abbiamo scattato questa foto che ho scoperto in questi giorni essere utilizzata da una nota casa automobilistica per la sua pubblicità?

I più affezionati avranno già quanto meno individuato il continente!

Aggiornato il 6 Settembre

Grazie alle ricerche di Dani vi do un suggerimento: ecco il video dello spot televisivo in questione


I prossimi 50 anni nello spazio..

Dal momento che ultimamente mi è capitato di scrivere spesso sullo spazio e sul futuro delle missioni spaziali (vedi qui e qui) vorrei segnalare un interessante articolo (in inglese) apparso oggi su Associated Content che inizia più o meno così:

4 Ottobre 2057...

A debate is raging over what is the most significant development in space for the past decade leading up to the hundredth anniversary of the launch of Sputnik. Some point to the expedition to Titan, the largest moon of Saturn, which is still ongoing as a crew of ten explore that world's methane lakes and other wonders. Others, though, point to the establishment of a private, interplanetary transportation industry, servicing both the Mars colony and asteroid mines.


Buona lettura!

lunedì 3 settembre 2007

Anche la Russia sulla Luna

Qualche settimana fa sottolineavo nel post "Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità" come il progresso avanzi in maniera esponenziale e faccia un uso sempre più estensivo delle risorse energetiche presenti su questo pianeta.

In considerazione di questo problematico grattacapo le superpotenze, oltre ad investire in ricerca per l'utilizzo di fonti energetiche alternative, sono sempre alla ricerca di depositi di gas naturale.

Sembra che la luna possa essere trasformata in una pompa di benzina spaziale e l'America sta già valutando un'opportuna missione spaziale.

La conclusione del mio post era la seguente:

Sono anni interessanti, anni durante i quali assisteremo concretamente all'utilizzo dello spazio come estensione del nostro pianeta. Speriamo che le mire espansionistiche e gli interessi economici non concretizzino guerre spaziali che fino ad oggi sono state soltanto narrate in romanzi di fantascienza o prodotte in lungometraggi grazie a costosi effetti speciali.

Ebbene per la prima volta nella storia delle esplorazioni spaziali la luna non sarà la meta solo di missioni degli Stati Uniti d'America. La Cina, dopo avere annunciato il progetto spaziale Chang'e che prevede la mappattura di ogni centimetro del territorio lunare, sembra essere interessata alla costruzione di una base lunare abitata entro il 2032.

Il direttore dell'agenzia spaziale cinese Anatoly Perminov
ha infatti dichiarato l'interesse della Cina ad effettuare una missione lunare che prevedono di realizzare entro il 2025 e successivamente ritiene possibile la costruzione della base lunare tra il 2027 ed il 2032.