Ieri durante una serata con amici mi è stato chiesto di postare articoli più vicini alla nostra realtà così oggi vi consiglio la lettura di questo articolo:
E' bastato poco per capire che spostando l'attenzione verso altri ambienti si riscontra sempre lo stesso tipo di approccio, così oggi si parla di università. Il comune denominatore che rende i fatti ancora più gravi è l'ambito in cui accadono, parliamo infatti di posizioni pubbliche ovvero retribuite dai contribuenti che versano regolarmente le tasse.
2 commenti:
Bravo Marco, bravo, mi sei piaciuto. E' da un pò che ti seguo e questo post mi interessa molto. Questi si che sono argomenti interessanti e contemporanei. Non trascurare però il vecchio e famosissimo detto cinese:"se mio padre fosse stato barbiere anche io ci avrei provato". Che colpa ha un bravissimo, meritevole e brillante studente che si laurea con il massimo dei voti sostenendo i due terzi degli esami con professori parenti consanguinei,che si specializza in tempi record all'estero vincendo una borsa di studio,che vince un dottorato di ricerca sull'etimologia diagnostica del pelo incarnito, che partecipa a pubblicazioni scientifiche in varie lingue da lui non parlate, che vince il premio miglior studente dell'anno non protagonista, se non quello di portare un cognome ingombrante per la propria facoltà? Non generalizziamo, non facciamo di tutta l'erba un fascio. Bisogna distinguere i casi: ci sono CASI E CASI.
Disinteressatamente
F.I.T. (Fulvio Il Toco)
E' vero Fulvio, ci sono cognomi 'ingombranti' ma come sempre cio' che per qualcuno puo' sembrare un problema per altri e' un'opportunita'.
Buon senso, giustizia, sacrificio e meriti fanno il resto.
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